Chi sei tu?

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Nel turbinio d’un universo solo

dove il centro d’ogni cosa dico Dio

smarriamo ogni idea del nostro ruolo

Chi sei tu?

Chi son io?

Io son quello che nelle sue angosce

passate ti sapeva quale eri

ma adesso ti guarda e non riconosce:

sei precipitata nei neri

abissi imperscrutabili del pensiero,

avviluppata da serpi dal lusinghiero

canto, tutto così spezzi e spacci

pensando di riguadagnar vita

scindendo tutti quei legacci

che da te stessa ti eri data.

Son di quelli che resteranno in piedi

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Mentre v’è chi si presenta da favonio,

io con un piede smuovo un sasso

tra le rovine del mio tempio

 

Non sbraito, non urlo, non chiasso

pur se di me vien fatto scempio

dall’ombra natia di Plutonio

 

Son di quelli che resteranno in piedi

nel pieno del pandemonio

di chi millanta e strepita fedi

 

Son di quelli che resteranno saldi

mentre si spaccia per patrimonio

brodetti mefitici e nemmen caldi

 

E a chi invoca l’Apocalisse

facendo d’ogni bene mercimonio

mostrerò c’ho vibrisse

fini, dotate di comprendonio

 

 

Questa sera

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Questa sera è la tristezza

che si alza nel cielo

come un fumo grigio

un incendio da poco sopito

quel fumo che si disperde

senza che si possa fermare

quel fumo che sfugge

ad ogni mano, allo sguardo,

eppure

perfino la tristezza

è dolce, è vivibile

perché tu sei con me

e quel dolore sottile

delle palpebre strette

inutili ad arginare

non è così dolore,

non è così eterno.

 

 

Or come ora

sudek

Josef Sudek

 

 

 

Or come ora tu sei

tutta in me

e io tutto in te

ed ogni cosa è posta

dove doveva essere

la gioia è chiara, esposta

all’invidia degli dei

ma noi siamo più forti

più stabili d’ogni cosa

e non abbiamo paura,

mano nella mano,

intrecciati gambi di rosa

affrontiamo la fortuna.