Serra il volto tra le mani,
nascondi la faccia stanca,
nega orecchio ai richiami
che sussurrano: ti manca
Serra il volto tra le mani,
nascondi la faccia stanca,
nega orecchio ai richiami
che sussurrano: ti manca
Nel turbinio d’un universo solo
dove il centro d’ogni cosa dico Dio
smarriamo ogni idea del nostro ruolo
Chi sei tu?
Chi son io?
Io son quello che nelle sue angosce
passate ti sapeva quale eri
ma adesso ti guarda e non riconosce:
sei precipitata nei neri
abissi imperscrutabili del pensiero,
avviluppata da serpi dal lusinghiero
canto, tutto così spezzi e spacci
pensando di riguadagnar vita
scindendo tutti quei legacci
che da te stessa ti eri data.
Non capire nulla e volerne fare sfoggio:
d’essere sciocchi non v’è nulla di peggio
Nacque Cattolico
divenne Tradizionalista
d’un tratto Induista
e guarda un po’ che strano
finì Maomettano
Mentre v’è chi si presenta da favonio,
io con un piede smuovo un sasso
tra le rovine del mio tempio
Non sbraito, non urlo, non chiasso
pur se di me vien fatto scempio
dall’ombra natia di Plutonio
Son di quelli che resteranno in piedi
nel pieno del pandemonio
di chi millanta e strepita fedi
Son di quelli che resteranno saldi
mentre si spaccia per patrimonio
brodetti mefitici e nemmen caldi
E a chi invoca l’Apocalisse
facendo d’ogni bene mercimonio
mostrerò c’ho vibrisse
fini, dotate di comprendonio
Vorrei fare tutto
eppure non farò niente
o forse non voglio fare
e alla fine farò tutto
Ogni bugia
è bugia a se stessi
ogni inganno
è inganno a se stessi
Quello che si cela al fondo,
superato il falso tesoro,
è solo un pensiero tondo:
mi punirà la Regola d’oro?
Tremore della Terra
palpita ogni cosa a me attorno
ma non più dentro il cuore
Questa sera è la tristezza
che si alza nel cielo
come un fumo grigio
un incendio da poco sopito
quel fumo che si disperde
senza che si possa fermare
quel fumo che sfugge
ad ogni mano, allo sguardo,
eppure
perfino la tristezza
è dolce, è vivibile
perché tu sei con me
e quel dolore sottile
delle palpebre strette
inutili ad arginare
non è così dolore,
non è così eterno.
Josef Sudek
Or come ora tu sei
tutta in me
e io tutto in te
ed ogni cosa è posta
dove doveva essere
la gioia è chiara, esposta
all’invidia degli dei
ma noi siamo più forti
più stabili d’ogni cosa
e non abbiamo paura,
mano nella mano,
intrecciati gambi di rosa
affrontiamo la fortuna.