Archivio mensile:febbraio 2013
Sulla impossibilità di una percezione univoca della cangiante natura di Barbara D’Urso – Estratto –
“Barbara D’Urso ci pone davanti alla profondità dell’essere, il suo metamorfismo facciale, la sua incongruenza lessicale, la psicosi dell’occhio vitreo, tutto concorre a ridefinire il nostro concetto di umanità ed a collocarci davanti al nostro vero Io. Quello di Barbara D’Urso è un sottile e costante gioco di sottintesi, riferimenti criptati attraverso una saggezza atavica da remota ballata o fiaba dalle origini quasi indoeuropee: essa è la madre, la compagna, la nutrice e l’assassina, pronta ad ogni frase a svelare la bassezza della nostra povera vita.”
Arthur Schopenhauer, Sulla impossibilità di una percezione univoca della cangiante natura di Barbara D’Urso, Frankfurt 1857
IO MI MASTURBO SULLE SCHEDE ELETTORALI
Io mi masturbo sulle schede elettorali, lo faccio da quando ho raggiunto la maggiore età, mi diverte, è uno sport, mi provoca emozioni. Più simboli ci sono e più il mio orgasmo è abbondante e forte, vigoroso, cerco di non lasciarne nessuno pulito, così la scheda si chiude bene e quando la infilo al primo colpo gli addetti ai seggi mi ammirano. Masturbarsi sulle schede elettorali è una tradizione di famiglia, mio padre mi racconta dei suoi anni di bagordi, quando un governo cadeva dopo l’altro e si votava e rivotava, era un piacere, quasi non riuscivi a ripigliarti tra una masturbazione e l’altra., a volte doveva andare alle terme per riprendersi Mio nonno si è masturbato pure sul referendum per la Repubblica, io invece non partecipo ai referendum, sarebbe un tradimento.
A me è andata meno bene, in particolare odio Berlusconi, mi ha privato delle nazionali per troppi anni, con le nazionali l’autoerotismo riesce meglio, c’è un senso di maggiore partecipazione, anche se non disdegno le regionali, le provinciali e le comunali: il problema è che sono timido, alle elezioni comunali c’è sempre almeno un partito con il nome di qualcuno che conosco, non mi riesce bene, ho l’impressione di doverlo poi invitare almeno a prendere un caffè e potrebbero guardarmi male, magari finiscono per pensare che sono uno che cerca di ingraziarsi i cadidati.
MALTUSIANALEMME
Pubblicar è quella cosa
Che ogni tanto pur ti attira
Poi il cielo tutto gira
E se non pubblichi te ne freg
E se per scrivere ti sentí nato
Sempre hai da portare attenzione
O qualcuno ti darà una lezione
E ti toccherà poi ascoltar
C’hai una casa sopra un poggio
Tanto meglio, tanto peggio,
È questione di dileggio
E di andar a passeggiar
C’hai una casa sopra un poggio,
Tanto peggio per il paggio
Che vedrà come un miraggio
Il non dovere più scalar
Per recarti la missiva
Tricche tracche e balanzè
Che nessun altro poi potè
Recare teco peperep
Pubblicare è quella cosa
Circonflessa e circolare
Che puoi fare bene o male
Ma alla fine che ti freg?