Viadotti per suicidi nella letteratura contemporanea

Giancarlo Dotto ha pubblicato in questi giorni un romanzo. La notizia non sarebbe interessante se non fosse per il titolo “Sono apparso alla mia donna”, evidente ripresa del più celebre “Sono apparso alla Madonna” di Carmelo Bene. Non è certo un caso visto che Dotto è stato per diversi anni un collaboratore di Carmelo Bene e non molti anni or sono, con il medesimo editore del “sono apparso..”, diede alle stampe un librettino di ricordi dedicati alla sua frequentazione con C. B. (ne parlai due anni or sono)

romanRimuginavo sopra questo impoverimento della fantasia e il pessimo gusto dell’ultimo titolo di Dotto, sospetto legato ad un intento di riprendere certi sperimentalismi joyciani/beniani e a come avrei molto più gradito un “Sono apparso a Maradon(n)a”, titolo più consono e filologicamente fedele a C. B., quando mi capita davanti questo volumetto

www.mondadoristore.itpenso inizialmente ad una satira, uno sbertucciamento ai tanti, tantissimi estimatori di uno dei buffoni della nostra epoca. a questo collezionista di titoli di giornale, ma dalla prima pagina inizio a sospettare che non vi sia nessun intento di critica. Il collaboratore di C. B., il C.B. che se ne fotteva del Rwanda (cosa avrebbe detto dei barconi?) del C. B. che si interessava solo al porno ed ai grandi casi clinici, disteso ai piedi del più banale imbonitore di piazza degli ultimi decenni. Quello che oggi dichiara

‘Tre parole-chiave per la vita della famiglia: permesso,grazie,scusa’

Permettendomi di scoprire finalmente che il nuovo Vangelo del 2000 era riassunto con maggiore destrezza dal duo Mogol – Micky del Prete

e mi accorgo pure che, con una parabola (in)degna del Benigni, da TeleVacca a Puttana di Stato, Dotto naneggia scivolando da collaboratore di un C. B. ad estimatore di un Francesco qualsiasi dai sandali impolverati, polvere alla polvere, polvere con la polvere…

CARMELO ED EDUARDO ovvero DUO POUR LA FIN DU TEMPS

Profondo, complesso, mai abbastanza studiato, fu certo il rapporto tra due dei pochi geni del nostro XXesimo secolo peninsulare (non dico italiano perché, come detto in più occasioni, dire italiano è fuorviante). Carmelo rispettava e onorava moltissimo Eduardo, riconosceva di avere appreso molto dalla sua arte in scena, Eduardo omaggiava Bene riconoscendolo come uno dei pochi che dicessero qualcosa e non si limitassero ad emettere suoni, suoni che pur erano l’ossessione di C. B.

Le recenti brevissime, giusto un assaggio, micro memorie di Giancarlo Dotto in omaggio di C. B. iniziano, non a caso, da un episodio accaduto durante una tournée estera di Carmelo ed Eduardo, e la nostra invidia è indicibile per tutto questo. Prendete anche voi il piccolo volume, edito da Pironti, perché l’invidia si propaghi fino a soffocarci, magari allora ci verrà voglia di menare calci.

Segnalo a proposito di C.B. ed Eduardo un documento che, nella mia distrazione, non avevo mai visto e che se anche a voi è sfuggito è bene, se volete, che lo divoriate prima che svanisca nuovamente, un intervento congiunto dei due alla Sapienza, ricco, ricco anche di pause, di gauloises, di risate, di interventi, di Albertazzi (evocati e, a ben sentire, pure nel pubblico più volte) e di breve note sul disastro teatrale del nosocomio di Stato e del Ministero di Lazzi, Cazzi e Spettacolo con Strehler “il talentato nei capelli” come diceva C. B. Lo potete trovare, diviso in due parti (1 e 2) sul sito della Eclap (e-library for performing arts). Di C. B. al momento trovate questo e molti filmati dedicati al suo Macbeth. Di Eduardo tragicamente ancora meno, almeno per quanto sono riuscito a cavare dal sito, ma il video della Sapienza vale già tutta la baracca.