REGINA BIANCHI, UNA REGINA EDUARDIANA (originariamente pubblicato il 5 nov. 2011)

Uno degli ultimi post del Gerico non Cade versione Splinder venne dedicato a Regina Bianchi (al secolo Regina d’Antigny). Ieri mi è giunta la notizia della scomparsa di questa attrice indimenticabile ed eduardiana ferrea. Non mi aspetto molti servizi televisivi, non famedii, né campidogli (lo scrivo da persona che non disprezzava né il gusto per l’assurdo del cardiologo Jannacci, né la svagata figura del Califfo romano), nessun speciale, forse qualche archivista polveroso tirerà fuori Filumena o Napoli Milionaria o Ditegli sempre di sì e lo manderà in onda, a quale ora?, sopra uno dei tre canali nazionali o sfrutterà le vaste praterie degli innumerevoli canali “dedicati”, non mi importa, quasi sicuramente me lo perderò, però mi si permetterà di riproporre il mio post, datato 5 novembre 2011, a ricordo di una attrice di tempra, durissima, spigolosa, eduardiana sotto ogni punto di vista.

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Con il ritardo di quasi un anno, porgo i miei auguri alla straordinaria Regina Bianchi per le sue 90 primavere. Interprete eduardiana somma, forse una delle più grandi dopo Titina, forse ancora più che Titina compartecipe con Eduardo di una sinteticità ed eleganza estrema del gesto. La sua Filumena Marturano, ruolo assunto con tutte le titubanze del caso (ma non in scena!)

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e con la benedizione di Titina, oramai costretta al ritiro dal teatro,

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è un esempio superbo di questa perfetta coesione con l’idea di Eduardo, così come in Napoli Milionaria, opere dove la figura femminile non può che parere assimilabile, l’una indurita dalla vita e disposta a tutto per i figli, l’altra, in un ribaltamento che certo Eduardo percepiva e stimolava, rammollita dal benessere (pur conservando la durezza di carattere) fino al punto di trascurare quegli stessi figli.

Davanti ad un Eduardo ora padre incerto assente, desideroso in fondo di una paternità pur temuta, ora padre certo ma altrettanto assente per la guerra, spaventato degli esiti fisici per i propri cari, ma ancora più terrorizzato dalla vista degli esiti morali del conflitto, Regina Bianchi ha riempito gli spazi, colmato il palcoscenico, catturato ogni singolo fotogramma e dato vita ad ogni battuta, dimostrando di potersi confrontare alla pari con un genio impareggiabile.

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Ed è proprio in questi ruoli di donna forte che Regina Bianchi ha dato il meglio, in contesti più giocosi e farseschi (Ditegli sempre di sì) vediamo che una certa debolezza della figura femminile – non a caso Titina si lamentava con il fratello della povertà del ruolo femminile nel teatro moderno, gettando il seme che, in poco tempo, avrebbe generato Filumena- finisce per relegare un poco la stessa Regina, come, e pare di dire una bestemmia, quasi lo stesso Eduardo, un poco ancorato agli aspetti comici di quello che è comunque un testo geniale nella sua componente di “mondo alla rovescia”, dove il pazzo, con la sua fissazione per il significato proprio delle parole, mette in luce l’ipocrisia o la pochezza di significato di certi modi di dire, la vacuità di certi sentimenti e, in un momento di purissimo genio e di perfidia suprema (le cose non coincidono spesso?), con una sorta di musicalischer Spass eduardiano, mette in scena la figura del poeta intellettualoide, con pretese sociali non supportate da capacità e da spirito.

Come è inevitabile l’elogio di Regina Bianchi, attrice eduardiana ma non solo, mi ha portato a parlare di Eduardo, ritorno dunque in carreggiata nel presentare i miei più sinceri auguri a questa attrice colossale. L’intervista recente (gennaio 2011) è una piccola chicca, peccato solo per l’intervistatrice che è tutto un gridolino assurdo, ma questo è quello che ci tocca oramai.

Intervista ben più ampia e ben più seria è presente sul sito eclap.eu (http://www.eclap.eu) dove troverete, tra le molte cose, svariate interviste ad attori e collaboratori di Eduardo girate, per conto del dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Sapienza di Roma, in previsione di un vasto ciclo di interviste e ricordi in occasione  del centenario eduardiano. Il ciclo non venne mai concluso perché tagliato dalla RAI (le solite belle pensate…) ma sul sito eclap potrete visionare ore e ore di girato interessantissimo, realizzato con grande rigore e precisione; tra queste interviste troverete, come dicevo, una lunga e ricca intervista a Regina Bianchi.