IL VERO VALORE

2XE_4567Lorenzo Lotto, Polittico di Recanati, particolare

Quando quelli che credettero in te più non saranno

solo allora penserai al tuo reale valore

e così sentirai aggiungersi danno a danno

come ad una ferita il rinnovarsi del dolore

                                   —

Giudicherai con più chiarezza quanto sia malanno

all’animo dell’uomo di vagheggiare il clamore,

le false luci, i falsi suoni, porteranno

i pensieri nuove prove e crescerà per te il disonore

                             —

Di aver disperso il tempo a te concesso

in battute di caccia prive di fortuna

quasi che non fosse un gioco a impallinare te stesso

                            —

Di aver creduto montagna una traballante duna

e di cogliere l’universo nel suo complesso

mentre in una pozza occhieggiavi la luna

Riflettere (Frammento della prima parte della Trilogia)

marchande_de_fleurs_a_londre-largeJules Bastien-Lepage, Marchande de Fleurs a Londre, 1882

Quanta è la gente che confonde il riflettere con il pensare e crede che sia solo una lieve sfumatura a dare questo o quel nome, e che la riflessione sia giusto un pensiero che ricade sopra la propria stessa natura, quasi non filtrasse il nostro corpo perché opaco e inattraversabile. Non è così, in queste lunghi pomeriggi, rinchiuso nella semioscurità del mio mondo sono giunto infine a cogliere la sostanza di quella che ha il diritto di essere chiamata riflessione: essa è una visione ribaltata del procedere comune, del quotidiano, alla tesi imperante contrapporre un volto girato, un cambio di verso e senso; rifletti il tuo volto, guarda le tue cicatrici e ogni tua espressione allo specchio, vedrai qualcosa che è opposto al tuo banale quotidiano, riconoscerai l’opposto di chi è uso al tuo aspetto e così riflettere sarà stravolgere fino alle più estreme conseguenze il vivere comune, il pensiero dal volto immutabile, tu sei lo specchio, tu sei la spada, scindi d’un colpo netto uomini e cose e restituisci ogni significato al suo luogo e poi rovescia la cesta e spargi ogni cosa al suolo.

Stato d’emergenza

the_wise_and_foolish_virgins-largeEleanor Fortescue Brickdale, The Wise and Foolish Virgins, s. d.

Uno Stato che agisce quando vi è solo lo stato d’emergenza non è Stato e non vi è mai stato e quando vi sarà soluzione non vi sarà Stato, perché se si agisce sull’onda dell’emozione (non si interrompe un’emozione diceva uno e poi gli hanno pure fregato la frase) allora in che stato è lo Stato, come è stato e come non è stato, noi non lo sapremo mai, perché in che stato versano le condizioni di uno Stato che è Stato, ma è anche stato quello che dicono che sia stato, ma che sia stato Stato noi non siamo certi. Agendo sull’emergenza dovrà poi agire sull’emergenza della conseguenza che sarà conseguenza dell’emergenza, in uno stato di cose dove non tutto emerge e non tutto sprofonda, mentre lo Stato ci ricorda quello che è stato e quello che sarà e noi, a conti fatti, iniziamo a credere che sia uno Stato d’emergenza.

In attesa di santità

Falso pollice morbido

Settimana scorsa mi è caduta un’ asse di legno sui piedi, non mi sono rotto nulla, ma ora entrambe le unghie degli alluci sono annerite dal sangue. Ho passato il fine settimana a pensarci e ho deciso, dico che sono stigmate, un angelo si è appolaiato sulla mensola dei libri, nel tinello, e mi ha donato un segno divino. Ho uno zio monsignore, ha dato una occhiata ai piedi e ha detto che si poteva fare, ha già mandato la lettera al Papa. L’altro giorno mi è arrivata una risposta molto cortese, carta intestata del Vaticano, busta color crema, dentro un buono per entrare gratis nei Musei Diocesani come diversamente abile e una lettera della Segreteria del Papa dove mi si comunicava che il mio caso era allo studio, nel frattempo potevo ingannare l’attesa visitando un museo diocesano a scelta. Il problema è che a me il passare del tempo mette angoscia, non vorrei che i piedi guarissero, lo dicevo l’altro giorno al medico dell’Asl che mi stava falsificando l’invalidità. Quello ci ha pensato un attimo, poi ha trovato la soluzione, mi ha segnato sul calendario ogni quanto mi devo riprovocare la botta con l’asse di legno, il sangue rimane e il processo di canonizzazione può procedere. C’ho un amico ingegnere che mi sta progettando un sistema automatico per provocarmi il trauma, stessa intensità dell’altra volta, stessa posizione al millimetro, così non rischio di esagerare e di rompermi un dito per l’emozione, perché poi ci sarebbe la visita approfondita e mi hanno detto che alla commissione medica del Vaticano non piace lavorare sul terreno già arato.

Gaber – Luporini, La ballata dell’immaginario R.M., P.B. e altri

Questa è un’ipotesi di storia strana
un’antica ballata italiana
con personaggi immaginari
certamente non veri
perché io son convinto che i magistrati
siano bene informati
perché io non credo che si possa far del male
ad un uomo geniale.

Non mi ricordo l’anno, il mese
e neppure il paese
non era nato in un stalla
e forse raccontava una cattiva novella
lui stranamente predicava il gusto
di una vita tutta sola
forse per vincere quel senso di malessere
che prende qui alla gola.

Tutti eran talmente incuriositi che la voce si sparse
nelle chiese, nelle case di riposo, nei mercati.
Era un uomo bello ma sospetto
era un tipo strano, male in arnese
era un gran signore senza soldi né pretese.

Era una persona singolare,
era tutto il contrario di Gesù
ma in qualche modo gli voleva assomigliare
perché l’han messo in galera
e non si è visto più.

Di cose strane ne ha dette tante
chi lo sa se era ateo o credente
non gli bastava la coscienza a posto
dell’uomo povero e anche modesto
contrariamente ai francescani amava il gusto
di cercare l’oro
perché le stelle in cielo e anche Dio sono l’avaro
custode di un tesoro.

E anche parlando di beneficenza
lui disse: “Mi fa schifo. Non ci riesco.
Non son tenuto a voler bene
alla gente che non conosco.
Questa mania di accaparrarsi i bisognosi
non è roba mia.
Io non faccio la battaglia alla fame
ma all’idiozia”.

Era una persona singolare
era tutto il contrario di Gesù
ma in qualche modo gli voleva assomigliare
perché l’han messo in galera
e non si è visto più.

Ad un banchetto di matrimonio
tirò fuori tutto il suo genio
gridò una frase improvvisa:
“Sia maledetto chi si sposa!
Provate un poco ad immaginare che bel frutto
nascerà dal vostro amore
un altro figlio disperato o peggio ancora
un ingegnere”.

Non trasformava l’acqua in vino
ma ovunque andava succedeva un casino
e allora i soliti gendarmi
che giustamente non stanno mai fermi
gli fecero capire con il solito vigore:
“Puoi pensarla come vuoi
purché non dia fastidio a come
la pensiamo noi”.

Tutti eran talmente instupiditi dal quel fascino strano
non sapevano nemmeno se linciarlo o se seguirlo.
Era un uomo bello ma sospetto
era un tipo strano, male in arnese
era un gran signore senza soldi né pretese.

Era una persona singolare
era tutto il contrario di Gesù
ma in qualche modo gli doveva assomigliare
perché l’han messo in galera
e non si è visto più.

E poi finì in un manicomio
o in qualche modo fu arrestato
per la paura del demonio
per far qualcosa o per salvare lo Stato
perché evidentemente non era un serio
funzionario di partito
perché imprudentemente aveva detto male
appunto dello Stato.

Questa è un’ipotesi di storia strana
un’antica ballata italiana
che non vuol dire che i carcerati
siano tutti bravi e impegnati
vuol dire solamente che se un bel giorno
Gesù tornasse ancora
direbbe cose un po’ curiose
e finirebbe in galera.

Era una persona singolare
era tutto il contrario di Gesù
ma in qualche modo gli doveva assomigliare
perché l’han messo in galera
e non si è visto più.

giorgiogaber

IL FILOSOFO DEL 27

Bashkirtseff_Head_of_a_Man_Condemned_to_Death_1881-largeMaria Kostantinowna Bashkirtseff, Head of a men condemned to Death, 1881

M’annoia il filosofo con la teleologia del 27,

le sicurezze delle vesti sono infin da schiavo

nutrito e pasciuto, senza crolli, senza vette

temo che finisca facilmente a esser ignavo

Nessuno lo pretende nudo, sotto il solleone,

a soffrir con un tozzo di pane il suo destino,

ma dubito che possa prima della pensione

produrre più di quel suono un po’ cretino

che fa il più miserrimo e scalcagno attore

ripetendo un testo stancamente appreso,

una sorta di carnoso, sudante registratore

dove appare ogni verbo, ogni nome appeso

ad un filo indefinito e tanto tenue e lieve

da far temer di piuma il giudizio sospeso

SOPPESA IL NIENTE CHE DA SEMPRE VALE

rastende_wanderer-largeFriedrich Simon (1843)

 

Ascolta. Del volgere del tempo non ti curare

e soppesa il niente che da sempre vale

il chiacchierio. Ascolta. Siamo cose rare

di pietre immutabili, non v’è male

 

che possa fenderci, non vi sono pene

che possano la nostra natura trasmutare

e sempre inviolabili restano le nostre vene

alle mani che vorrebbero tutto arraffare

 

Immobili contempliamo il precipitare dei secoli

e scivolano lungo i nostri corpi le disperazioni,

i disastri, le infamie, e tutti quei ammenicoli

 

nati per torturare fino al pianto e alle ovazioni

gli spiriti che disconoscono la loro natura

ma a noi nulla tocca, per noi non esistono privazioni