Avviso di servizio

Codesto minimo spazio non ha ospitato, ad oggi, alcun ricordo/rimembranza/coccodrillo/necrologio di G. Garcia Marquez semplicemente perché, in tutta onestà, il titolare non ha mai letto una riga dello scrittore premio Nobel. Tale mancanza non è da imputarsi a pregiudizio o ad avversione, ma semplicemente ai casi della vita, all’accumulo di letture da portare a compimento e, forse, alla innata difficoltà nel leggere i contemporanei. Essendo ora Marquez passato, ahilui, nella schiera dei classici del passato (la morte è solitamente il sigillo e solo a chi friggeva aria con la maestria di un C. B. poteva toccare l’onore d’essere classico in vita) ne cade la terza motivazione e forse mi accingerò, o no, a leggerlo, dipenderà da quello che potrò e vorrò. Questa non conoscenza di Marquez giustifica o spiega il totale silenzio di questi giorni, dato che non si è usi, a queste latitudini, di scrivere compianti di gente che non abbiamo avuto il piacere di conoscere, mi chiedo se tale abitudine sia diffusa e se dunque tutte le miriadi di foto, frasi, compianti e copertine siano da collegare ad un numero altrettanto vasto di lettori e cultori dello scrittore colombiano.

Claudio G. Fava (1929 – 2014)

Claudio G. Fava è morto ieri, 20 aprile, a Genova. Molte generazioni gli sono (e mi auguro saranno) riconoscenti per gli sforzi fatti per fare arrivare buon cinema anche nelle lande più nebbiose e desertiche. Da un po’, a riprova di una inesauribile voglia di narrare e di dedicarsi a quello che più amava, aveva aperto un blog (lo potete trovare nell’elenco dei siti seguiti). Competenza e ironia, gusto per la battuta ora fulminante ora sorniona, grande signorilità, Claudio G. Fava non passava inosservato. Mi permetto di utilizzare questo spazio per aggiungere il mio rimpianto per un uomo che continuava a dare molto e molto bene.

Settimana prossima riparto (brevi amenità)

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Le vacanze, tornare in famiglia ed in Italia per una settimana, apri un giornale e ti imbatti nel nome di una compagna di scuola… l’avevi ereditata dai “coscritti” della annata anteriore alla tua, a forza di ingraziarsi alcuni capetti della classe riuscì a conquistare il poco sudato diploma… poi il silenzio, dopo andò in una notissima, carissima e inutilissima università privata e ne venne fuori con una tesi tra le più ridicole (ma tanto quella università è una nota fabbrica di laureati in serie). Oggi la ritrovi sfogliando un giornale e scopri che è capolista alle europee… la settimana prossima riparto