Non mi sono occupato della morte di Bowie, praticamente il mio unico ricordo è collegato al film Labyrinth e ad un videogioco tratto dal film. Per il resto io non ho praticamente idea della carriera di Bowie, non so neppure se ho sentito qualche canzone (probabilmente sarà passata tra radio e televisione e l’avrò ascoltata inconsapevolmente). Mi è solo venuta in mente questa nota a margine. In effetti, nel modello delle mitologie moderne e contemporanee, Bowie non è entrato nella ristretta cerchia dei super miti. Mi spiego. Bowie è morto. Ora si discute se di cancro, se per eutanasia etc.. ma è morto. Salvo qualche prossima elaborazione luttuosa, Bowie resterà morto, a 69 anni, cosa che lo esclude dal mitico club 27, e neppure pare essere entrato nel club ancora più esclusivo dei “non morti” (ma c’è tempo, eppure questa morte orchestrata potrebbe proprio bloccare questo meccanismo). I non morti, Elvis, Jackson, Morrison, sono quelli che le cosiddette leggende urbane, oramai leggende mondiali, ritengono vivi e vegeti, nascosti da qualche parte. Gente che ha simulato la propria scomparsa, per fuggire alla fama, per noia, per desiderio di una vita tranquilla. Elvis, Morrison, Andy Kaufman. Bowie potrebbe sfuggire a questa sorta di tempio ristrettissimo dei miti mai morti, una sorta di esigenza atavica, un misto di desiderio e timore, dove sono rientrati perfino Nerone e Hitler. Sempre è possibile che ufologi et similia inizino a formulare (o c’è già?) l’ipotesi di un Bowie alieno richiamato sulla astronave madre… c’è tempo, si vedrà e si vedrà pure senza interessarsi alla questione, oramai non si sfugge all’ingranaggio…