E Gesù rimproverò Pietro: mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini (dal sito Il Timone)

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Nel brano evangelico di Matteo (16,21-27) si narra del rimprovero che l’apostolo Pietro fece a Gesù, a causa della sua decisione di voler “andare a Gerusalemme e lì soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso per poi risorgere il terzo giorno”. “Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai”. Nello stesso tempo l’Evangelista descrive la reazione di Gesù nei confronti di Pietro e di quanti nel corso dei secoli si comportano in egual maniera, cercando di deviare e mistificare le scelte per gli uomini. “Pietro, va’ dietro a me”; cammina dietro di me. Non sei tu che devi indicarmi la strada che devo percorrere per realizzare la volontà del Padre mio. Cerca piuttosto tu di metterti in sintonia con i pensieri di Dio che non sempre corrispondono a quelli degli uomini.

A questo punto è lecito chiedersi: i cristiani hanno sempre tenuto in considerazione questo rimprovero di Gesù a Pietro, cioè di seguire i suoi passi e non di ostacolare il percorso previsto da Dio? Di osservare i suoi insegnamenti e non di stravolgerli per accondiscendere alle mode del tempo?

1) Gesù ci ha insegnato che esiste il paradiso, quello che ha promesso al buon ladrone: “Oggi sarai con me in paradiso” (Lc 23,43), luogo dove le anime vivranno beate alla presenza di Dio; ma ci ha insegnato anche che esiste l’inferno, luogo creato “per il diavolo e i suoi seguaci” (Mt 25,41). Come mai oggi nella predicazione non si parla mai della possibilità per gli uomini che rifiutano consapevolmente Dio e le sue direttive, di divenire dannati per l’eternità ed espiare le pene dell’inferno? A cosa serve addolcire gli ammonimenti del Vangelo se non per ingannare e illudere quanti potrebbero invece prendere sul serio gli insegnamenti di Gesù?

2) Oggi nella predicazione si parla, con molta enfasi, solo della Misericordia di Dio, ignorando quasi volutamente la Giustizia con cui renderà a ciascuno il premio o il castigo secondo le proprie opere: “Il Figlio dell’uomo, verrà nella gloria del Padre suo con i suoi araldi e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere” (Mt 16,27; Rom. 2,6; 2Tm 4,14; Ap 22,12). Nella parabola del figlio prodigo (Lc. 15,11-24), non risulta che il padre sia uscito di casa a rincorrere il figlio ridotto in miseria per trascinarlo con la forza verso la casa paterna, ma che si mise in paziente attesa affinché il figlio si decidesse di ritornarvi. Non si capisce perché Dio debba obbligare gli uomini ad andare a vivere da Lui, dato che sono stati creati liberi di decidere il loro destino eterno. Tutti siamo chiamati alla vita eterna, ma tocca ad ognuno di noi aderirvi.

3) Gesù è venuto al mondo per indicarci, attraverso i suoi insegnamenti e la sua testimonianza, la strada da percorrere per riavere quell’immagine di Dio deturpata dalle scelte errate dei nostri progenitori all’origine dell’umanità. Il suo invito è: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48); “E siccome Colui che vi ha chiamati è santo – esorta san Pietro nella sua prima lettera – voi pure dovete essere santi in tutta la vostra condotta, come sta scritto: Sarete santi, perché io, il Signore, sono santo (1Pt 1,15). Non si capisce perché, oggi, nei confronti di una cultura omosessuale imperante e ossessionante la predicazione non solo tace, ma sembra quasi, che con quel “chi sono io per giudicare un gay…”, la giustifichi, quando invece san Paolo, di fronte a tale problema presente nella sua società non lascia spazio ad ambiguità: “Quelle donne che hanno cambiato il rapporto naturale in quello che è contro natura… e gli uomini pure che hanno abbandonato l’uso naturale della donna, commettendo turpitudini maschi con maschi, ricevendo in se stessi la mercede meritata del loro pervertimento, Dio li ha abbandonati.” (Rom 2,26-27). Il cardinale G. Biffi si domanda a proposito: Questa lettera di san Paolo “è una pagina del libro ispirato, che nessuna autorità terrena può costringere a censurare. E neppure ci è consentita, se vogliamo essere fedeli alla parola di Dio, la pusillanimità di passarla sotto silenzio per la preoccupazione di apparire non “politicamente corretti”. Domando in particolare ai teologi, ai biblisti e ai pastoralisti. Perché mai in questo clima di esaltazione quasi ossessiva della Sacra Scrittura il passo paolino Rom 1,21-32 non è mai citato da nessuno? Come mai non ci si preoccupa un po’ di più di farlo conoscere e ai credenti e ai non credenti, nonostante la sua evidente attualità? (“Memorie e disgressioni di un italiano cardinale”, di Giacomo Biffi Ed. Cantagalli p.610-612). Che sia chiaro. Gesù non ha giudicato la peccatrice adultera, però l’ha ammonita: “Va’, e d’ora in poi non peccare più” (Giov 8,11). È vero che nessuno di noi ha il diritto di giudicare un fratello gay, ma ha il dovere di ricordargli che è tenuto anche lui ad adeguarsi alla statura di Cristo, se intende vivere la fede cristiana (Ef 4,13). Se non lo si fa, gli si manca di carità.

4) Nel vangelo di Matteo si viene a conoscenza della disputa avvenuta tra Gesù e i farisei. Quest’ultimi sostenevano la validità del divorzio concesso da Mosè su richiesta del popolo, mentre Gesù ribadiva con forza che quella concessione fatta da Mosè fu semplicemente un abuso, concesso senza il volere divino. “Perciò io vi dico – ribadì -: chi rimanda la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio, e chi sposa la ripudiata commette adulterio. L’uomo non può dividere ciò che Dio ha unito” (Mt 19,1-9). Va fatto presente che Gesù si rivolgeva a una società che aveva legalizzato da tempo il divorzio, ritenuto quasi una concessione divina. Si rimane perplessi sentire ai nostri giorni un alto prelato dichiarare a un giornale tedesco che “È vero che Gesù ha dichiarato il dovere di non dividere quel che Dio ha unito, però è sempre possibile interpretare” (cfr. “Questo papa piace troppo” di Gnocchi & Palmaro,  Piemme. pag. 27). Cioè, secondo questo prelato, ai nostri giorni è possibile correggere una direttiva divina solo perché la gente manifesta con i fatti l’incapacità di osservarla. Lui, come Pietro ieri, si sente autorizzato a consigliare al Maestro divino quale strada si debba percorrere. Va ricordato a questo prelato che purtroppo, oggi, forse a causa della scarsa testimonianza data dai discepoli di Cristo, molti fedeli hanno preferito adeguarsi alla mentalità del mondo piuttosto che a quella di Dio. Pietro, forse per eccesso di amore, cercò di dissuadere il Signore dal compiere la sua vocazione, ma Gesù non tenne conto di questo sentimento e lo ammonì severamente, ordinandogli di mettersi dietro di Lui, cioè di attenersi alla volontà divina, a pensare secondo la mente di Dio e non secondo quella degli uomini.

A Dio non interessano le piazze ripiene di gente esaltata che grida unanime: “Osanna al figlio di David!” (cfr Mt 21,9). A Lui interessano dei figli che lo riconoscano come loro Padre divino e si rendano disponibili a compiere la sua volontà: “Non chi mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli; ma solo colui che compirà la volontà del Padre mio, che è nei cieli” (Mt 7,21). Dopo aver rimproverato Pietro, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. La dottrina di Cristo non la si interpreta, caro prelato, ma la si carica sulle proprie spalle e, con essa, ci si incammina dietro a Cristo, nostro Signore.

                                                                                                            Padre Basilio Martin

Accordo per l’umanità

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Facciamo un accordo. Per il bene dell’umanità, dei bimbi, dei cervelli, del pueblo, togliamo dagli scaffali tutti i libri di autori che abbiano fatto mostra, in privato o in pubblico, di razzismo, omofobia, odio, xenofobia, violenza fisica e psicologica, disprezzo della vita altrui, insomma di tutto quello che rientra nel catalogo del “non si pensa, non si dice, non si scrive”. Poi questi libri li fate avere a me e io li custodirò in casa (ovviamente mi dovete fornire una grande abitazione) come sacerdote guardiano, in una ala del palazzo conserverò le prime edizioni. Dovreste ovviamente eliminare anche tutte le citazioni di questi autori dal webbbb.
Alcuni dei vantaggi

1) Io mi potrei godere prime edizioni di Rimbaud, Pound e T. S. Eliot

2) Svanirebbero molti di questi programmini/pagine della frase del giorno che provocano confusione sociale: tipo burinazzi fatti e finiti che ti citano Ariosto Ludovico, Salvatore di Giacomo e Giovanni Papini. Resterebbero giusto buoni sentimenti e, spesso, autori adeguati ai burinazzi suddetti (che casualità!)

3) Riduzione drastica della marea di saggi copia e incolla scolastici.

4) Tanto spazio per nuovi poeti di merda, nuovi prosatori di merda, nuovi pensatori di merda, nuovi editorialisti di merda e poi vuoi mettere la facilità di scrivere quando hai a disposizione già l’elenco definitivo di temi e toni?

Brevità occasionali e 3 Brevità non occasionali

Black Bear (Ursus americanus) cub sitting in the grass

Le brevità occasionali hanno una scadenza breve, riguardano fatti precisi e dunque sono destinate a perdersi, le 3 non Occasionali sono inserite in questa serie perché scaturite dagli eventi di questi giorni, ma hanno comunque un valore generale.

 

A 48 ore dal referendum l’interesse per l’ecologia sui social networkssss è sceso del 80%

 

Nuova categoria: e io che sono venuto dal Belucistan apposta per votare! E io che avevo due interventi al cuore e sette al fegato e nonostante questo sono venuto a votare per voi!?

Preghiamo.
Morti in crocetta per i nostri peccati e senza Quorum

Amen.
Fate tutto voi e vi dite pure bravi. Ai maschi dico solo: levatevi una costola.

 

Citano tutti Benigni e il votare blah blah… ma qualcuno ha la foto di Benigni al seggio ieri?

 

Partono con Trivella tua Sorella finiscono con Noi siamo quelli Puri. Pellegrini nell’anno del Giubileo.

 

3 Brevità non occasionali

Però almeno ho capito da chi i politici hanno preso il vizio di dire che hanno vinto pure quando hanno perso: dagli elettori.

 

Fate un bel respiro. Se iniziate a seguire tipi che dicono “quelli non si svegliano, si devono svegliare” siete in una fottuta setta… una fottuta setta che pretende di essere la parte buona del Paese (che per antonomasia è sempre quella morta, non perché fosse buona ma perché i morti sono sempre buoni)

 

Tra pensanti e pesanti è solo questione di una lettera

Dal Canzoniere di Padre Savonarolla: Si ci avite rotto il Quorum

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(Padre Savonarolla ha lasciato volumi e volumi di prediche, ma non ha neppure disdegnato le poesie morali. Trascriviamo da uno dei volumi che compongono il canzoniere di questo uomo santissimo e preclaro)

 

Si ci avite rotto il Quorum

trivelliamo vostra Sorella

Si ci avite rotto il Quorum

trivelliamo vostra Sorella

 

Penitenziagite Penitenziagite

Ci avite rotto il quorum, tutti all’inferno senza passare ni mmanco pe nu bagno

Si ci vi scappa qualcosa la dovrete fare tutti addosso

siccome colonna stilita

Si ci vi viene la bisogna la dovrete fare tutta in sul pellame

siccome conciatoria umana

Ci avite rotto il Quorum in mezzo al petto

e l’anima se ne è scappata in alto,

siccome flatulenza pestilenzievole

E penzare che iddio vi aveva dato lo strumento

per cacciare lo dimonio nell’inferno di pece e petrolio

E penzare che l’altissimo vi aveva dato lo stocco

per punzare lo diavolo e inchiodarlo poi al tavolo

bashta, bashta,

da oggi in poi penitenzia

sette preghiere e sette voti

e si vi siete astenuti

tutti in piazza a saltellare

nello cerchio dello fuoco bello

che la fiamma è gaudiosa e rubizza

e ogne panno in piazza se strizza

che la fiamma è dolcevole e santa

e ognuno se la suona e se la canta

 

Si ci avite rotto il Quorum

trivelliamo vostra Sorella

Si ci avite rotto il Quorum

trivelliamo vostra Sorella

 

 

L’Alba dei Morti Viventi (Parte 1) ovvero Non di solo Quorum vive l’uomo

Oggi è la distesa del “oh popol bruto” “vi meritate etc… etc…” e vien da ridere forte perché ‘sti beoti pensano di fare parte di qualche strana setta che, sotterranea, in questi anni o è stata tenuta lontana dal seggio o ha subito furti e manomissioni delle schede. I politici sono espressione del popolo. Vero. Politici mediocri = popoli mediocri. Verissimo. Infatti la recente mania referendaria è stata ulteriore dimostrazione. Si è investito in un mare di propaganda internettiana ridicola, straparlando di momento fondamentale, di ultima salvezza, baluardo, ah la natura, la natura… tutte fanfaluche, gente che si sposta per prima in auto per andare a cagare, ma deve fare la predica a quelli che “non vanno” pensiamo sempre a cacare, lo spirito di corpo che invocano è proprio escrementizio, c’è poco da fare. Votare è una volgarità, una volgarità da regime plebiscitario, il referendum prevede il quorum proprio perché non c’è obbligo in nessun caso di andare a far quel segnetto che NON CAMBIA NULLA. Devo farvi l’elenco? Ma capiamo che questa parte mediocre della popolazione, mediocre, si intenda bene, come il resto, debba crearsi il balocco del loro elitario mondo fatto di lotte (a parole) di infatuazioni (settimanali) e di prediche (quotidiane). Ebbene cari miei, in questi giorni avete dato il peggio del peggio e se è pur vero che il mondo è vario e che per tutto c’è il suo opposto e che, sia detto forte, è buono e giusto che uno non sia né coerente né granitico, avete tanto stomacato (e oggi pure persistendo con i lamenti) da spingermi a dirvi globalmente: Va a ciàpal indò l’ha ciàpa i oche.

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Tempo

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Il vanaglorioso, l’affamato di notorietà si mostra con plateali e stupidi gesti di finta miseria, ostenta la sua semplicità perché semplice non è, ostenta la sua modestia perché modesto non è, confonde come il popolino più sciocco e chiocciante il simbolismo infantile del “non porto oro e allora sono poverello” e si adegua alle masse. Il poverello, il semplice non mostra immodestia nei veri gesti, immodesto è colui che si arroga il diritto di un nome inusitato, immodesto è colui che si presenta come nuova incarnazione del poverello per antonomasia, lui rappresentate di una schiera di persecutori, immodesto è chi predica e si atteggia nelle piazze, ma nel segreto delle stanze vive in maniera ben diversa, immodesto è chi pretende di rifondare, immodesto è chi tenta di impersonare Gesù inventandosi sciocchi miscugli per compiacere i nuovi padroni. Siamo in una epoca di ricche catacombe, catacombe secolari che occupiamo, quando ci è consentito, tentando di resistere.

  Al tempo stesso, da vero servo dell’AntiCristo schiaccia gli altri con la sua falsa mansuetudine, stritola l’avversario fingendo l’abbraccio, uccide il giusto imponendo le sue mani cosparse di veleno. Predica di una uguaglianza che poi è il primo a non volere, simula una condizione di semplice fratellanza con gli altri, ma in realtà trama e abbatte. Costui forse non è la fine dei tempi, forse è Agares che cavalca il coccodrillo, , il corvo dell’infamia l’accompagna e porta alla perdizione le masse. Abituato alla povertà intellettuale di un mondo che non ha alle spalle secoli di riflessione trasmette la malattia al resto del globo, il cammino evangelico si rovescia e invece di andare più nel profondo dove ancora è agli inizi si banalizza dove il terreno era già fertile. Il vanaglorioso si fa bello di gesti inutili e banali, ma che ricadono nel loro peso sugli altri, mentre lui una volta che ha concluso lo spettacolo se ne lava le mani. Lo sciocco schiaffeggia in pieno volto i fedeli più puri, i martiri, quelli che vivono costantemente sotto il pericolo della mezzaluna, coloro che non aderiscono alla fede per convenienze locali, per aiuti, ma perché, davanti ad un mondo che si getta ai piedi dell’opposto, loro credono e sperano… ma lui questi non li vede, lui non vuole anime pure se non per sozzarle. Gozzoviglia nelle sue stanze, iracondo e farneticante, non accetta opposizione, non accetta consiglio, il suo cervello, un misto di ignoranza, superbia e cattiveria, si riempie di bile e falsità che poi ammanta dei falsi nomi di semplicità e famigliarità. Forse non è l’estrema peste, ma certo è uno dei morbi più fatali di questi tempi… il tempo, sì, il tempo talvolta rende chiaro fin dall’inizio cosa si annida dietro al simulato candore delle vesti, basta guardare bene.

PS: a Lesbo ovviamente c’erano pure profughi cristiani, ignorati da codesto individuo.