Farsi chiamare pazzo, farci passare per scemi

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Nel berretto a sonagli Ciampa esaltava la bellezza del farsi dare del pazzo: un pazzo può dire tutto quello che vuole in faccia agli altri, può fregarsene del rispetto delle buone maniere e le convenzioni sociali. Sospetto che molti dei giornalisti, dei politici e degli attentatori non frequentino Pirandello e che Ciampa non avrebbe mai raccomandato alla Signora Beatrice di prendere un camion e buttarsi sulla folla o di farsi saltare per aria in un concerto o di “pistolettare” davanti ad un fast food, ma resta il fatto che “dare dei poveri (sic) squilibrati” pare essere diventata la soluzione di questi mesi, quelli intanto e chi dietro a loro si assumono in pieno il ruolo e continuano a comportarsi in barba delle buone maniere (non ammazzare gente) e delle convenzioni sociali (non ammazzare gente comune nel mucchio) ed è uno “spettacolo” che vorremmo smettere di vedere e possibilmente se quelli non hanno nulla in contrario a farsi chiamare pazzi, pur se forse preferirebbero che si accogliesse una certa loro specifica rivendicazione, noi… o almeno io gradirei si smettesse di farmi passare per scemo con queste analisi da ospedale psichiatrico esteso.

Polli d’Allevamento (Giorgio Gaber –

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Cari, cari polli di allevamento
coi vostri stivaletti gialli e le vostre canzoni,
cari, cari polli di allevamento
nutriti a colpi di musica e di rivoluzioni.
Innamorati dei colori accesi
e delle grandi autostrade solitarie
dove si possono inventare le americhe
più straordinarie.

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Con le mani sui grandissimi volanti,
l’odore dell’incenso e tanta atmosfera,
spingendo sull’accelleratore
col vento tutto addosso
finché non scoppia il cuore, il cuore, il cuore, il cuore…

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Tra un’allegria così forte
e un bel senso di morte
uno strano ‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN-DLIN’ ‘DLIN-DLAN’

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Cari, cari polli di allevamento
scattanti come le palline dei vostri giochini,
cari, cari polli di allevamento
che inventate come le palline i percorsi più strani
che se qualcuno vedesse dall’alto
le sponde dove state rimbalzando
penserebbe che serve solo a questo
la superficie del mondo

‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN-DLIN-DLAN’

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Siete voi che continuate a rimbalzare
da un paese all’altro da una donna all’altra
inseguendo una forza che sembra
lo slancio di impazzire
finché non scoppia il cuore, il cuore, il cuore, il cuore…

Cari, cari polli di allevamento
che odiate ormai per frustrazione e non per scelta,
cari, cari polli di allevamento
con quella espressione equivoca e sempre più stravolta.
Immaginando di passarvi accanto
in una strada poco illuminata
non si sa se aspettarsi un sorriso
o una coltellata.

‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN-DLIN-DLAN’

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Questa vostra vita sbatacchiata
che sembra una coda di lucertola tagliata
per riflesso involontario vi agitate
continuate ad urlare
finché non scoppia il cuore, il cuore, il cuore, il cuore…

Tra un’allegria così forte
e un bel senso di morte
uno strano ‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN-DLIN’ ‘DLIN-DLAN’

Cari, cari polli di allevamento
coi vostri stivaletti gialli e le vostre canzoni.

‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN-DLIN’ ‘DLIN-DLAN’ ‘DLIN-DLAN’

Frutti del Vaticano II (parte 11)

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PS: sappiamo bene che alcune delle immagini apparse in questa serie non sono riferibili ad esponenti della chiesa Cattolica, ma non possiamo che ritenere che tutto sia frutto di una generale barbarie che vede per prima colpevole la Chiesa, dietro spinte anche di eresie, e a cascata tutti gli altri movimenti sorti attraverso scismi, devianze, derivazioni e figliolanze.

Meditazione

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Tutto passa,

le morti infinite

si discostano

solo per poco

e le coscienze

credono sopite

dal tempo

le fatiche.

—-

Eppure sappiamo

che a trarci d’impaccio

è soltanto l’oblio,

il farsi infine fioco

al nervo della mente

il ricordo. Di ghiaccio

sono fiori

questi pensieri

Di ghiaccio

i dolori e le anime

sconosciute

—-

Di ghiaccio

quella mani inerti

sul selciato.