“André Kertész, Washington Square Park, New York , 1962”
Giocano le bocche
a fior di viso
centuplicano il sorriso
dei minuti incessanti.
I dolori chetati, spenti,
fermati dalla chiostra dei denti
Giocano le bocche,
la mia e la tua,
a chi rincorre l’altra
tra labirinti di sguardi,
corse sfrenate, traguardi
di labbra,
panorami senza angoscia
dove è il bianco dell’onda
che incessante scroscia
a dare la cadenza profonda
del nostro cuore che asseconda
con i suoi colpi sonori
Il canto unisono delle labbra