Non ho tolto il tuo nome dalla dedica
avrei potuto
i tempi d’ogni pubblicazione li conosci
avrei potuto
con una riga di penna cancellarti
ma non si possono tirare righe dentro,
neppure le incisioni più profonde,
eradere la superficie,
scalpellare ogni parola,
c’è sempre chi ti vede in controluce,
c’è sempre chi è più esperto e ti scorge
in quel piccolo punto morto dell’occhio,
siamo fatti per brillare
ma ci bruciamo pure
ed è difficile sostituire il canto al canto
—–
Non ho tolto il tuo nome dalla dedica,
avrei potuto,
all’editore non importa,
avrei potuto
con un semplice segno farti svanire
e poi pentirmene e scrivere “vive”
sul bordo
e poi ripentirmene ancora e ricancellare
e via, e via, e via,
e l’editore starebbe ancora attendendo
(di questo sì che gli importa)
maledicendo questo nome, il mio,
che rimane sospeso sopra un nome, il tuo.