Bruxelles, le campane all’università suonano ‘Imagine’
“Sorry for Brussels”, il cartello per il Belgio del piccolo migrante nel campo di Idomeni
Leggo questi titoli e vedo le zuffe tra i Je Suis Belge e quelli de “ma quanno scoppieno in Turchia mica dicite Je Suis Ankara”, leggo i peana alla nostra tolleranza che vincerà la loro barbarie, sorbisco i distinguo “no migranti” “no islamici”, centellino le amache, i buongiorno, i Fabi Fazi, i Tafazzi, vedo i vari in campagna elettorale, per grossi e piccoli centri, alcuni evitano accuratamente la questione perché, votati da sempre al “venite tutti”, non vogliono perdere i voti, gli altri cavalcano il momento e parlano di “mandiamoli tutti a casa” ma in realtà non fanno un cazzo e nei loro comuni li fanno arrivare a frotte, e poi immagino (non posso vederli) i vari capoccia Isis e pure i loro finanziatori che seguono tutto questo mangiando pop corn e dandosi di gomito.