Discesa agli Inferi e ritorno -del sistema moderno di gettare il buono e tenere il vecchio-

E mentre il mondo si accinge all’ennesimo naufragio di sensi, parole e turpissimi luoghi comuni io stringo il legno di un tavolinetto gracile e mediocrissimo, grufolo alla ricerca del tartufo, frugo la massa di carte inutili, le cartonate copertine insensibili al tatto e all’occhio ed ecco, strappato a qualche mano più stupida (illusione) e più inutile (disdetta) della mia trovo questo a casoE affondo mani e braccia nella fossa, fetura di grandi vendite e romanzetto di provincia sulle cinghiate amorose della quotidiana ammucchiata di fischi, affondo e sputo, bagno le mani, le disinfetto per salvarle dalla putredine del contatto con tanti “successi dell’anno” o “la bibliotecaria ti consiglia di”, e strappo da certa morte questo m43EywUAs0W7oK0wDLDwKTwMi sanguinano gli occhi, le mani tremano, eppure riemergo dalla fossa come spinto da nuove energie e mi avvio all’altarino delle vanità librarie, tra il cartonato di una sagra di fesserie e il fumettucolo di borgata, porgo i pochi gettoni, i miseri bigliettini alla mano di questa sacerdotessa puttana di un culto fasullo, selezionatrice di cecità da premio, e corro fuori dalla orrenda grotta. Cerbero dal triplice paio di occhiali è sconfitto, dimenticato il mondo di questi conservatori del nulla che si ergono una sediola di fogli d’accatto, il mondo assembleare e comunale che accumula collezioni fatte di sfumature monocrome e cazzatine per bimbi medio grandi, medio scemi, medio immondi, e getta questi gioielli perché servirà spazio per l’ennesima raccolta delle banalità condominiali.