Io sogno musei virtuali, grandi schermi luminosi dove scorrono le immagini ad altissima definizione, magnifici e lisci specchi, splendide arcate dove compare ora un volto, ora una mano, ora un dito, superfici tattili dove ti pare di sentire l’increspatura microscopica del colore d’un Raffaello o i crostoni a rilievo d’un Van Gogh, stupefacenti bombardamenti sonori e visuali, ipnotiche ricostruzioni in tre dimensioni, biografie condensate, una ditata ed ecco i documenti, altra ditata ed ecco le foto dell’artista con la famiglia, due dita ed ecco l’ingrandimento del frammentino, sogno tutto questo e le masse felici in fila, le masse che corrono a vedere, toccare, leccare, annusare e i musei tradizionali vuoti, così che io possa vedere con calma dipinti, statue e ogni altra cosa, senza sorbirmi file con i panini, guide che dicono stronzate, gentaglia che si raggruma davanti ai pezzi forti e parole, parole, parole…