Di dediche, pubblicità e senso del ridicolo

 

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Magari tutto nel mondo fosse burla, manco per sogno, eppure tutto è in burla e burletta e chi più lo dubita più senza speranza aspetta che dal peggio si riemerga. In queste ore gli ennesimi esempi di come si abbiano idee totalmente folli, la sostanza si disperde, si compiono gesti ridicoli con fronte seria per ottenere applausi. Per parte mia sono sempre stato dalla parte di quelli che la concludono in risata, sono della certo pessima genia che per una battuta non si peritano di sconquassare tutto, è più forte di me, ma ne ho consapevolezza e poi, almeno così credo, distinguo dove v’è da essere comici e dove vi è da essere seri (eccetto in certo parlato dove tutto si intreccia). Così quando leggo che l’italica stirpe riesce a iniziare una raccolta di firme ed a tessere appelli perché un cantantucolo non si esibisca in Israele all’insegna di un embargo culturale… e penso che in realtà quello che si domanda a gran voce e di non assediare gli israeliani attraverso il nostro rappresentante delle truppe cammellate canore: penetrando tra le antiche mura con il suo cipiglio nasale ed il suo incerto ugolare potrebbe far cadere la città vecchia e non basterebbe il muro del pianto…

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