Ti vedo anche nella notte più oscura

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Zbigniew Andrzej Dłubak

Ti vedo anche nella notte più oscura

quando fuori si placa ogni rumore

e tu appari alle mie labbra ch’arsura

squassa di te, di sete del tuo amore

 

Quel tuo volto perfetto al giaciglio

accanto mi appare, lieve e preciso

ed è subito nel mio cuore scompiglio

sul mio labbro scivola quel sorriso

 

E le mie braccia prima inanimate

volteggiano verso te, donna mia,

sentendosi abbracciando abbracciate

 

Del mondo fuori sia quel che sia

interrogarci sarebbe esercizio strano

noi siamo di noi due soli in balia

Tu sei una rosa grande

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(dal web)

 

Tu sei una rosa grande

immensa

una rosa che è cesto di rose

preziosa

come il dolce vento al mattino.

Dalla tua pelle si sprigiona

un nettare divino

che riaccende l’animo

e cura ogni tristezza

Tu sei una rosa grande

infinita

una rosa che è nuvola di rose

vita

ridoni con il più piccolo sguardo

e le carezze delle tue dita

sono i petali più leggeri e soavi

che possano discendere

dal cielo.

Accogli tra le mani

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Henri Cartier-Bresson, 1971.

 

Accogli tra le mani il mio volto

vicino al tuo, viso a viso,

labbra a labbra per un unico sorriso

mani e mani strette, intrecciate,

il tuo corpo contro il mio

perché ti dia tutto me stesso

come tutta te stessa vogl’io,

ti voglio, ti amo, ti desidero

ma è ben più che un amplesso

di carni e sensi

è l’unione totale, perfetta

cuore a cuore

viso a viso,

l’unione inscindibile d’amore

sigillata da un sorriso.

Ai miei pensieri torno

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Jacques Henri Lartigue

 

Ai miei pensieri torno

come si rientra a casa

al finir del lungo giorno

 

E li ritrovo sulla porta

in attesa, sorridenti

e passando fan scorta

 

Dentro, al fondo, i sentimenti

attendono distesi nella stanza

mi cercano, invocano suadenti

 

Sanno che non v’è furore

che regga, che contrasti,

sanno che è loro il cuore

 

E nello scrigno perfetto

lo vanno a collocare

lo scrigno del tuo petto

 

Sei come quelle chiare

luci che mi destano

che le finestre fan passare

 

Sei il desiderio notturno

la passione infinita

l’amplesso più taciturno

lo strepitar di vita

le grida più voraci

le braccia che si stringono

il fuoco segreto dei baci

che più dentro si spingono

in fondo, in ogni punto,

dando piacevole pena

dolore e godere congiunto

l’ inarcarsi della schiena

 

Ai miei pensieri torno

come si rientra a casa

al finir del lungo giorno

 

E li ritrovo sulla porta

in attesa, sorridenti

e passando fan scorta

 

Dentro, al fondo, i sentimenti

attendono distesi nella stanza

mi cercano, invocano suadenti

 

Sanno che non v’è furore

che regga, che contrasti,

sanno che è loro il cuore

Attesa

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Ansel Adams

 

Vorrei essere la cura d’ogni tuo male

saper risolvere ogni cosa con il mio amore

avere la forza costante del mare

che purifica i luoghi con le sue onde sonore

Eppure credo che nelle mie braccia troverai

sì,

troverai quella protezione dai mali del mondo

che meriti perché sei bella

quanto mi è impossibile da dire a parole

e se mi fosse dato il dono di descrivere i tuoi occhi,

di definire la tua bocca,

di scolpire con le lettere il tuo corpo,

ricamare di verbi e termini la linea del tuo fianco

allora in queste notti d’attesa

in queste notti così lunghe potrei almeno affianco

pormi questa tua immagine di vocali e consonanti

per cullarla dolcemente fino al mattino

per suscitarne gioia e sanare i suoi pianti.

Dopo la notte

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Sebastian Luczywo

 

Seduto nel letto

in balia di demoni notturni

attendo il tuo volto

trasportato da bianchi cavalli

attendo le tue mani

scendere dal cielo come piume

e la tua bocca

recatami con l’Espresso del mattino

e subito mi scrollo di dosso

i pensieri

cadono ai miei piedi i dolori

misteriosi

ci sei solo tu che mi culli nella bocca

che mi sfiori negli occhi

ci sei solo tu che mi sussurri la vita

Goccia d’universo

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Marie Spartali Stillman (1844–1927)

 

Questa goccia iridescente, questo diamante

intagliato a foggia d’universo nel paradiso

che fece sì che proprio in quel preciso istante

venissi tu a rischiarare con il tuo viso

il mondo, il mio cielo, il Mio paradiso

che ha distesa infinita dove lo sguardo si perde

dentro nel meraviglioso fiore dell’occhio verde,

dentro nel meraviglioso fiore del volto amato,

quale altro paradiso, quale può avere desiderato

sulla terra mai l’uomo se non questo

splendido e luminoso riflesso

specchiato

di quanto ci è stato un tempo

rivelato

 

Questo è il giorno perfetto,

ogni somma lo restituisce

come era in principio, intatto

nella forma primordiale,

il magico numero segreto

che scaccia ogni male

dal mio petto

che scaccia ogni male

dal mio cuore

il giorno perfetto:

della nascita d’Amore.

Senza titolo

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Ho racchiuso la mia anima in una conchiglia

affidata al mare come in una piccola barca

e per portentosa grazia alla fine questa arca

è giunta alla tua bella isola, oh meraviglia

 

Raccoglila con quelle tue dita color di rosa

e soffia dentro al guscio con le tue labbra

vedrai risvegliarsi così la mia anima, ebbra

di te, di te assetata e affamata senza posa

 

Pontela in seno perché a te sola appartiene

quest’anima ora così stranita e confusa

poggiala sul corpo a contatto delle vene

e che sia dalla tua calda pelle circonfusa

 

Vedrai quest’anima rapida disciogliersi

come un balsamo, un profumo prezioso

e ricoprirti tutta d’un unguento amoroso

che poi non potrà più da te scindersi

 

E sentirai come una fiamma ardente profonda

irradiarsi per tutta la distesa del tuo essere

ora guizzante, ora lenta, la sentirai tessere

piaceri e attese al ritmo misterioso dell’onda

 

Sentirai volteggiare e scendere, infiniti giri

potrai percepire e lampi come fulmini

da squassare ogni nervo, discese e culmini

inattesi e cadenzati al ritmo dei sospiri

 

Riposi poi bramati come ripari dall’addiaccio

o come quando vento dopo il calore ci toccas

tutto questo ti darà la mia anima con la sua bocca

i suoi sensi, le sue mani, il suo abbraccio

Nel pensiero

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Italy 1933. by Henri Cartier-Bresson

 

Nel silenzio giaccio

muto

e questo braccio

è inutile

se non cinge il tuo fianco

questo braccio

sciocco come l’altro

come l’altro stanco

di volteggiare per l’aria

nelle notti

per abbracciarti in assenza

 

E come le mie braccia

così tutto me stesso,

fino in dentro, nel profondo,

fino alla mia coscienza

ogni cosa è inutile e vana

senza te,

senza le tue labbra, senza il tuo viso

gli occhi, i capelli, le mani

senza tutta te stessa!

E non importa dove io sia, se è paradiso

lo è solo di nome, ma è un camuffato

inferno

senza te ogni luogo è vuoto e l’animo

infermo

abbandonato in balia del suo nulla

rimesta un medicamento inefficace

rimesta una pozione fasulla.

 

Dovrà studiarlo un dottore

questo portento

questo mistero

dovrà studiare come il dolore vero

sia nel non poterti stringere a me

nel doverti abbracciare nel pensiero.